Aggiornamento 11-Oct-2015

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INDICATORI DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PER LA MOBILITà URBANA SOSTENIBILE di Andrea Barbabella e Toni Federico

Nell’affrontare il tema della scelta degli indicatori per la mobilità urbana sostenibile è opportuna una premessa circa le origini e la natura stessa di questo concetto. Il sistema dei trasporti italiano, dominato dalla crescita della domanda di mobilità e dall’aumento dello squilibrio modale, sta diventando sempre meno sostenibile. Aumentano il numero e la lunghezza degli spostamenti, determinando congestione e riduzione della velocità media; attualmente un’autovettura, fornita della più recente tecnologia dei motori in città, procede circa alla stessa velocità delle carrozze e dei cavalli di un secolo fa.

La congestione del traffico è ritenuta, dalla gran parte dei cittadini, la causa principale del deterioramento della vivibilità nelle nostre città. Essa comporta occupazione di spazio urbano e stradale con peggioramento della qualità e della fruibilità della città, sottrazione di tempo con lunghe e stressanti permanenze in auto, inquinamento dell’aria che resta pesante nonostante i progressi tecnologici dei mezzi e dei carburanti, elevata rumorosità ed elevato numero di incidenti stradali. La ragione di tale vera e propria emergenza traffico è chiara e precisa: circola un numero troppo elevato di automobili, un vero record in Europa, e tale numero continua ad aumentare. Tale emergenza non può essere risolta solo con auto meno inquinanti, ma richiede necessariamente una riduzione dell’uso delle auto (Avoid nella terminologia EEA). L’insostenibilità del nostro sistema dei trasporti si manifesta in tutte e tre le dimensioni, economica, sociale ed ambientale. In generale, si può dire che un sistema di trasporti più sostenibile dovrebbe contribuire al benessere economico e sociale senza consumare le risorse naturali, distruggere l’ambiente o minacciare la salute umana. In particolare, un sistema di trasporti più sostenibile dovrebbe:

􀂉 consentire un accesso sicuro, economicamente attuabile e socialmente accettabile a persone, luoghi beni e servizi;

􀂉 soddisfare i bisogni di categorie differenti nella società e per generazioni diverse;

􀂉 essere progettato in modo compatibile con la salute e la sicurezza della popolazione;

􀂉 utilizzare le risorse rinnovabili a un livello inferiore al loro tasso di rigenerazione e le risorse non rinnovabili a un livello inferiore ai tassi di sviluppo di sostituti rinnovabili;

􀂉 realizzare obiettivi generalmente accettati per la salute e la qualità ambientale;

􀂉 proteggere gli ecosistemi evitando i superamenti di carichi e i livelli critici per la loro integrità;

􀂉 non aggravare i fenomeni globali avversi, come ad esempio il mutamento climatico;

􀂉 promuovere l’educazione e la partecipazione della comunità alle decisioni relative ai trasporti;

􀂉 anteporre la capacità complessiva del sistema alle prestazioni di punta di alcune sue componenti, e l’efficienza e la regolarità alla velocità massima;

􀂉 ricondurre la mobilità al suo effettivo ruolo di mezzo finalizzato all’accessibilità, la quale può però essere soddisfatta anche operando su altri settori di intervento, quali ad esempio l’innovazione tecnologica e la pianificazione urbanistica e territoriale.

La motorizzazione di massa è stato uno dei fattori che più ha contribuito a modificare profondamente l’assetto urbano, ampliando le periferie e dilatando progressivamente le città. La mobilità delle persone e delle merci è ad alta intensità di consumo di energia e territorio, e allo stesso tempo la quota di popolazione che non ha un accesso diretto all’uso dell’auto vede ridurre l’accessibilità della città, facendo della mobilità un fattore rilevante ai fini della stessa equità sociale. Anche se l’evoluzione delle tecnologie e dei carburanti ha consentito di abbattere una parte dei costi ambientali (per alcuni inquinanti), il metabolismo urbano è fortemente dipendente da un sistema di mobilità energivoro e impattante, e la crescita della domanda di mobilità privata ha di fatto reso inefficaci i progressi tecnologici.

La scelta degli indicatori. In linea di principio un sistema di indicatori di mobilità coerente ai principi dello sviluppo sostenibile deve garantire il miglioramento del servizio in termini di svolgimento delle funzioni del servizio stesso, che nel caso in questione si possono ricondurre alla funzione generale di migliorare l’accessibilità ai luoghi, alle persone, ai servizi e, d’altro lato, lo stesso sistema di mobilità deve funzionare senza mettere in pericolo gli equilibri ambientali e minacciare la salute umana. Tale interpretazione della mobilità sostenibile urbana si traduce nei due temi in cui è stato suddiviso il sistema di indicatori:

􀂉 Accessibilità alla città e ai suoi servizi;

􀂉 Esternalità negative generate.

All’interno di ognuno dei due temi sono stati individuati alcuni sottotemi che ne rappresentano una ulteriore specificazione, e in particolare: il tema dell’accessibilità è stato ricondotto all’efficienza del sistema di trasporto pubblico locale, alla mobilità ciclopedonale e collettiva, alla congestione del traffico e all’utilizzo dell’auto privata; i danni indotti dalla mobilità in termini di consumo delle risorse e di impatti negativi su ambiente e salute. All’interno di questi sottotemi trovano posto le liste degli indicatori, la cui selezione è stata effettuata a partire dall’analisi dei principali progetti avviati in materia a livello nazionale, comunitario e internazionale. A tale fine, per ognuno dei sottotemi individuati, sono state predisposte specifiche tabelle che raccolgono gli indicatori proposti nell’ambito di tali progetti: di seguito si riporta, a titolo di esempio, la tabella relativa al primo dei sottotemi individuati.

Il prodotto finale è il sistema di indicatori illustrato nella tabella a seguire, articolato in due temi, sei sottotemi e diciotto indicatori, caratterizzati ognuno da differenti gradi di significatività rispetto al contesto e di popolabilità. Il sistema è stato costruito tenendo conto della necessità di essere applicabile a tutte le realtà urbane, almeno a partire dalla classe dimensionale della città media (più di centomila abitanti), individuando quelle che sono le caratteristiche che, in prima approssimazione, si ritengono comuni ai rispettivi sistemi di mobilità. Tuttavia quando si vorrà utilizzare la lista degli indicatori al fine di confrontare realtà diverse appare quantomeno opportuno farlo all’interno di classi dimensionali urbane ristrette, come d’altronde già praticato in molti altri progetti. Al tempo stesso è utile già da ora notare come l’approccio indicatore-target, che caratterizza il progetto ISSI, consente di superare almeno parzialmente il problema, perché la valutazione è basata sulla distanza dagli obiettivi assegnati che, in assenza di indicazioni normative stringenti, vengono modulati tenendo conto delle specificità locali.

La proposta del sistema di indicatori di mobilità urbana sostenibile

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RIFERIMENTI

2012: La Confcommercio pubblica un Libro bianco che mette in evidenza  che la velocità media attuale nei maggiori centri urbani italiani ricorda da vicino quella raggiunta alla fine del ‘700: oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta. E’ uno dei sintomi più macroscopici del conge-stionamento delle reti urbane con costi sociali ed economici altissimi. Tra gli indicatori più significativi il Rapporto segnala l’accessibilità e la connettività, che prende in esame gli spostamenti all’interno delle aree designate dai singoli nodi.

2011, Ottobre: Il rapporto IEA-UIC Energy consumption and CO2 emissions of world railway sector parte dal fatto che il settore dei trasporti è responsabile di quasi il 23% delle emissioni di CO2 in tutto il mondo  soprattutto a causa del traffico stra-dale. Le emissioni totali di CO2 sono in costante aumento dal 1990 e tutti i modi trasportistici, eccetto quello ferroviario, hanno aumentato le loro emissioni di gas serra. A causa della loro basse emissioni le ferrovie sono un mezzo importante per raggiungere una mobilità sostenibile. I treni, soprattutto in Europa, usano per lo più l'elettricità, ed i mercati dell'energia elettrica sono già sottoposti a meccanismi per ridurre il contenuto di carbonio dell'energia elet-trica con il sistema ETS. Un obiettivo chiave per molti paesi europei, è quindi quello di promuovere la mobilità ferroviaria.

2010, Maggio: L’inventario  è relativo alla serie storica dal 1990 al 2008. L’elaborazione dei dati sul trasporto nazionale su strada viene effettuata annualmente ai fini dell’aggiornamento dell’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Questi dati costituiscono la fonte ufficiale di riferimento a livello internazionale, per la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici  (UNFCCC), il Protocollo di Kyoto, la Convenzione di Ginevra sull’inquina-mento atmosferico transfrontaliero (UNECE-CLRTAP) e le Direttive europee sulla limitazione delle emissioni.

2006, Maggio: L’obiettivo di questo lavoro è quello di elaborare  un sistema di indicatori chiave da applicare alla mobilità urbana che sia focalizzato sugli aspetti principali della sostenibilità, che sia utile ad orientare l’azione ammi-nistrativa e a valutarne gli effetti in relazione agli obiettivi. L’approccio metodologico qui assunto come riferi-mento riguarda l’uso di sistemi di indica-tori accoppiati a target, ossia obiettivi quantitativi, intermedi o finali, da rag-giungere in un orizzonte temporale definito.

2005, Novembre: Negli anni precedenti l’impatto ambientale di veicoli e infrastrutture di trasporto è diminuito, ma a fronte di un’enorme crescita della domanda di trasporto  su strada; per-tanto, a fronte di miglioramenti per quanto riguarda le emissioni complessive di alcune sostanze nocive e il riciclo dei materiali, continuano ad aumentare i consumi energetici, l’emissione di gas serra, il rumore e l’impatto sul territorio. Per misurare il livello di sostenibilità  del sistema dei trasporti è necessario ricorrere all’utilizzo di opportuni indica-tori derivati dai dati ambientali, che forniscono informazioni su un fenomeno che si estende oltre quello direttamente misurato.

2003: Seminario di Maria Rosa Vittadini sulle tendenze del traffico passeggeri e merci in Italia e in Europa con attenzione specifica ai consumi energetici ed alle emissioni. Il seminario tratta gli scenari di lungo periodo: il piano italiano dei trasporti e della logistica, il PGTL, il Libro Bianco dell'UE, e sui dati dell'OCSE per esaminare le  misure e loro effetti per il caso italiano.

2002. Tra le diverse fasi previste dal processo di costruzione di sistema di governance del trasporto a livello locale, ci si sofferma in questa relazione sull’impostazione del Piano d’azione ambientale, ossia del programma di azioni concrete necessarie per raggiungere gli obiettivi di un trasporto sostenibile. Viene  proposto una schema che utilizza indicatori di pressione, di stato e di risposta, che deve essere personalizzato per ogni ente locale secondo le esigenze della propria specifica realtà.

2001: ll Libro Bianco sui Trasporti della Commissione europea traccia un ritratto veritiero dell’attuale situazione dei trasporti e presenta un ambizioso programma di azione comprendente una sessantina di misure articolate da ora al 2010. Il libro bianco è soltanto una prima tappa e la politica dei trasporti come tale è soltanto un elemento della risposta. La sua riuscita presuppone anche azioni complementari in altri settori quali politica di bilancio, politica industriale, assetto territoriale o politica sociale e di strutturazione del tempo di lavoro.

2001, Aprile: il Rapporto The Role of the Transport Sector in Environ-mental Protection preparato dall'UNEP per la 9° sessione della Commissione sullo Sviluppo sostenibile, la CSD-9, dimostra che il settore dei trasporti è fondamentale per l'impatto ambientale e per contribuire  allo sviluppo socio-economico di  in tutto il mondo. Pertanto, tutti gli operatori del settore dei trasporti hanno un ruolo importante da svolgere nel fare in modo che i servizi di trasporto necessari per economia e la qualità della vita siano fornite in modo più sostenibile.

Comitato Scientifico della

Fondazione per lo Sviluppo sostenibile

Via dei Laghi 12, 00198 Roma

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Coordinatore: Toni Federico (email:federico@susdef.it)

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